Vladek Cwalinski è nato a Milano nel 1969.
Si è diplomato al liceo artistico Sacro Cuore di Milano nel 1988.
Si laurea in storia dell’arte contemporanea all’Università Cattolica di Milano nel 1996 con una tesi su L’Opera pittorica di Rainer Fetting a partire dall’esperienza dei Nuovi Selvaggi berlinesi.
Critico d’arte ha pubblicato Natura e colore nella pittura rinascimentale veneta (2001, Laterza), Il futurismo a Milano (2002, Laterza), Animali nell’arte (2004, Skira), Milano l’immagine della città (2007, Silvana) e i saggi Dal punk al Live Aid: stelle fisse nell’utopia d’una generazione (2009, Silvana) e Iconografia della Gerusalemme celeste nell’opera di Sergi Barnils (2011, ZeL Edizioni). Tra le numerose mostre curate: Paolo Maggis (2004), Franz Jenull (2004, 2007), Maurizio Bottoni (2005), Tommaso Cascella (2006), Sergi Barnils (2007, 2008), Federico Romero Bayter (2009), Mario Branca (2010), Gianluca Corona – Nicola Nannini (2011), Roberto Giavarini (2011, 2013).
Come critico d’arte ha partecipato alla commissione nazionale che ha indicato gli artisti invitati ai padiglioni regionali collegati al Padiglione Italia per la 54° Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia. Quello che aveva da dire a tal proposito l’ha scritto nell’introduzione Bulimia, anoressia e realtà in Lo stato dell’arte – Regioni d’Italia (2012, Skira).
Dal 2006 ha ricominciato ad usare i pastelli ad olio.
Nello stesso anno incomincia a dedicarsi alla fotografia, in particolare archeologica e paleocristiana, in Grecia, soprattutto nelle isole del Dodecaneso e dell’Egeo Nord Orientale, poi in Turchia, Cipro, Malta.
Dal 2010 ricomincia a disegnare e dipingere.
Da sempre appassionato di montagna, incomincia a disegnare, fotografare e dipingere incessantemente le Dolomiti bellunesi, luoghi che conosce e frequenta con la famiglia sin dall’infanzia. Una selezione dei suoi dipinti, raffiguranti pareti e cime rocciose innevate, albe e tramonti, boschi, cascate, animali selvatici sorpresi nel loro habitat naturale, confluisce nella sua prima personale nell’estate del 2017 alla Libreria Sovilla di Cortina d’Ampezzo, intitolata Cortina e dintorni – Il giorno della marmotta (2017, ZeL Edizioni, testi di Paola Artoni e Luca Trevisan).
Nel dicembre 2019 è invitato dalle Regole d’Ampezzo a esporre al Museo Paleontologico “Rinaldo Zardini” di Cortina d’Ampezzo con il progetto ROCCIANEVECIELO – ROCKSNOWSKY, ideato per questo spazio. Il titolo della mostra dal taglio spiccatamente invernale, è dovuto alla compresenza dei tre elementi nelle opere, realizzate a partire da escursioni compiute nelle Dolomiti bellunesi: l’Agordino, la val Fiorentina e Zoldana e in particolar modo il Cadore e la conca ampezzana. Una trentina di tavole di piccolo, medio e grande formato, riprendono scorci, vedute e panorami d’alta quota colti durante le diverse stagioni dell’anno e con diverse condizioni atmosferiche, ma sempre caratterizzate dalla costante presenza della roccia, in parte viva oppure totalmente ricoperta di neve. Queste opere presentate nel contesto unico del Museo Paleontologico “Rinaldo Zardini”, testimoniano l’evoluzione geologica e morfologica di questo straordinario territorio, in paragone costante con i fossili di coralli, spugne, invertebrati marini e animali in esso conservati, a rimarcare attraverso il rimando la specificità geologica unica al mondo delle Dolomiti bellunesi (ROCCIANEVECIELO – ROCKSNOWSKY – BLOCCO APPUNTI D’ALTA QUOTA, 2020, Regole Cortina d’Ampezzo, testi di Flavio Lancedelli, Michele da Pozzo, Luca Trevisan).
Dal 2012 dipinge a tempo pieno e non è più riuscito a farne a meno.
Vive e lavora prevalentemente a Milano.
I suoi lavori sono rappresentati dalla Libreria Sovilla di Cortina d’Ampezzo.